giovedì 12 gennaio 2012

Il governo Monti è destinato a «passare alla storia»

Paolo Becchi
Professore di Filosofia del Diritto,Università di Genova
[Libero 12/01/2012 - p.6


Il governo Monti è destinato a «passare alla storia» più di quanto non lo sia il decennio berlusconiano appena trascorso. Ciò che, infatti, è avvenuto con il conferimento dell’incarico ad un tecnico di Bruxelles non è stato che un "coup d’état" deciso da «poteri forti» in parte estranei al nostro Paese e guidato dal presidente della Repubblica.
Certo non un colpo «alla sudamericana», un golpe, con tanto di ingresso di fucili e militari nell’emiciclo del Parlamento. «Colpo di Stato», del resto, non indica di per sé un rivolgimento violento, quanto un’«esecuzione che precede la sentenza», come lo definì il libertino Naudé, che coniò l’espressione a metà del Seicento.



Cosa significa? E cosa è accaduto in Italia, in questi mesi? Semplicemente quello che tutti (o quasi) si ostinano a negare. È accaduto che, con una manovra di palazzo, è stata realizzata la transizione costituzionale dalla Seconda alla Terza repubblica, da un sistema politico bipolare ad un ridimensionamento del potere dell’Assemblea a favore del presidente della Repubblica, dal parlamentarismo ad un presidenzialismo ancora da definire nei suoi contorni istituzionali, ma di fatto già all’opera con questo «governo del presidente». Non vi è infatti alcun dubbio sul fatto che il capo dello Stato da «custode della Costituzione» si è trasformato in guida politica dello Stato.

Si doveva, ovviamente, iniziare con l’eliminazione di Berlusconi, il quale - a dispetto delle apparenze - è stato in Italia colui che ha compiuto, e parimenti portato alla sua dissoluzione, il potere parlamentare: mai il nostro Parlamento era stato più potente e, nel contempo, più bloccato. Il rovesciamento di questo potere è cominciato con un tentativo di erosione dall’interno: Gianfranco Fini. Si è poi tentato con l’assalto alla vita privata del capo del Governo, ma anche questo si è rilevato insufficiente. Berlusconi è stato, infine, sconfitto, per una sorta di quelle ironie della storia che sono tutt’altro che infrequenti, sul reale campo dal quale dipendeva: gli affari. Si è puntato alla rovina del fondamento economico del suo potere, attaccando le sue aziende e l’intera economia del Paese con lo spread aumentato ad arte (lo spread è iniziato a salire dai primi giorni di luglio, 244. È poi ridisceso, senza mai tornare ai valori di luglio, ad agosto, 298. Poi non si è più fermato. Punto massimo, la seconda settimana di novembre, 553).

Berlusconi non ha reagito. Giulio Cesare lo avrebbe fatto se, come racconta Svetonio, ai giovani indebitati consigliava: «Per il vostro caso il rimedio è la guerra civile».
Ma, se in Cesare - come scrive ancora Svetonio - «c’erano molti Marii» (multos Marios inesse), in Berlusconi ce n’era solo uno, di Mario: Monti.
Monti sapeva benissimo che la sua entrata in campo poteva avere successo solo se lo spread continuava a salire: e infatti lo spread è salito.
Ed il «colpo di Stato» è riuscito.
Il potere parlamentare è stato portato al punto in cui si è rovesciato in modo indolore, con il suo stesso consenso.
Si è così perfezionato il potere esecutivo, il quale è sorto in modo parassitario e antidemocratico come parassitario è, del resto, la base su cui poggia: l’aristocrazia finanziaria, la quale - a differenza della borghesia industriale - nelle sue forme di guadagno e nei suoi piaceri non è che «la riproduzione del sottoproletariato alla sommità della società borghese», come aveva genialmente intuito Carlo Marx.
Strane corrispondenze della storia, quando Marx descrive i poteri della Francia di Luigi Filippo, in cui «l’indebitamento dello Stato era l’interesse diretto della frazione della borghesia che governava e legiferava per mezzo delle Camere.
Il disavanzo dello Stato era infatti il vero e proprio oggetto della sua speculazione. Dopo quattro o cinque anni un nuovo prestito offriva all’aristocrazia finanziaria una nuova occasione di truffare lo Stato che, mantenuto artificiosamente sull’orlo della bancarotta, era costretto a contrattare coi banchieri alle condizioni più sfavorevoli”.
Certo, dobbiamo sostituire la parola «borghesia» (in Italia, del resto, c’è mai stata una borghesia?).



Ma per il resto, dunque, niente di nuovo o quasi sotto il sole. Finora banchieri e finanzieri (Monti & Company) si erano limitati a governare indirettamente, nascondendosi dietro la maschera della rappresentanza dei politici, oggi hanno preso il posto ufficiale di questi ultimi: sono loro non più a ispirare, ma a governare.

Bisognava però almeno salvare le apparenze.
Con un atteggiamento tipico di tutti i «catilinari», la preoccupazione maggiore di Monti è stata quella di conquistare il potere con mezzi legali.
In un’opera di Brecht, anche il capo di una banda di gangster comanda ai suoi seguaci: «Il lavoro dev’esse legale». A ben vedere, è tutto già spiegato nel pamphlet avanguardistico del 1931 di Curzio Malaparte, “Tecnica del Colpo di Stato”.
Con la repentina nomina a senatore a vita (Paolo Emilio Taviani, nella Prima Repubblica, ci impiegò un anno e mezzo, il tecnico un paio di ore) Monti ha potuto, oltre che garantirsi l’immunità a vita, legittimarsi quale espressione, in qualche modo, della stessa Assemblea.

Ed è così che il Parlamento diventa complice necessario del colpo di Stato: accetta il fatto compiuto, e lo legalizza formalmente. Come nella strategia bonapartista - cito ancora Malaparte - l’«obiettivo tattico» resta la conquista dello Stato attraverso il Parlamento, ossia attraverso la legalità (la farsa, a questo punto, del voto di fiducia, bulgaro, tipico dei regimi totalitari).
Deve cadere un’ultima illusione: quella del presunto «stato di necessità» che avrebbe reso indispensabile questo colpo di Stato, come se si trattasse di una misura per la salus rei publicae (ndr: la salute della cosa pubblica).

Come spiegava Malaparte, le circostanze favorevoli al colpo di Stato moderno non sono necessariamente di natura politica o sociale: nell’epoca della tecnica, il colpo di Stato è un problema eminentemente tecnico.

Nel nostro caso, «tecnico» non significa di «tattica insurrezionale », ma che la riuscita di un colpo di Stato dipende dal coordinamento tecnico di decisioni prese al livello di quei poteri forti invisibili, impalpabili, ma onnipresenti, che ormai intervengono nella vita dei popoli quando e come vogliono.
Nel momento in cui il potere politico si livella su quello finanziario, il colpo di Stato diventa sempre possibile, e a tal punto facile da realizzarsi che quasi nessuno se n’è reso conto (*).

giovedì 5 gennaio 2012

SARA' MOLTO DIFFICILE ............

pubblicata da Laura Picchetti il giorno domenica 25 dicembre 2011 alle ore 12.39.
Sara' molto difficile che gli italiani si affranchino..da vecchie abitudini e tanti mal vezzi..... Sara' molto difficile che la giustizia in Italia diventi veramente uguale per tutti...Forse non lo e' mai stata.
Oggi siamo in tanti stufi della politica che abbiamo visto peggiorare giorno per giorno dal dopo guerra in poi.

Nei primi anni dopo la guerra, a me sembra, che chi si dava da fare in politica avesse....ancora degli ideali civili o comunque etici a cui ispirarsi .

C' erano ..I ROSSI ... I NERI ... I CATTOLICI... c' era, insomma, gente che sperava nella dottrina comunista...altri , nostalgici di una regime fascista (che ci aveva di sicuro portato tutti nel baratro di una guerra disastrosa anche per un mal fondato e mal digerito desiderio di successo ) e c'erano... i cattolici .. in tutti e due gli schieramenti.

OGGI A ME PARE CHE NON SIA PIU' COSI' : NESSUNO PUO' CHIAMARSI FUORI DALLA SITUAZIONE ITALIANA , MA BEN POCHI HANNO IL CORAGGIO DI DIRE VERAMENTE QUALCOSA DI SERIO... SULLE VERE CAUSE DI MOLTI MALI ITALIANI E SULLE VERE RAGIONI DI TANTE CONTROVERSIE E DI TANTI DELITTI INSOLUTI.
E' preferibile non tentare di andare alle radici del problema: ci sono tabu' che si cerca di evitare di infrangere con ogni mezzo e in taluni casi... e' preferibile e molto piu' facile non provare neanche a sottomettere alcune credenze al vaglio della nostra intelligenza o peggio discutere dei nostri dubbi con amici e parenti.

TANTE INFATTI SONO LE PREVARICAZIONI ALLE QUALI SIAMO STATI ABITUATI SIN DA PICCOLI .. E DI CUI SIAMO SPESSO INCONSAPEVOLI. IO STESSA RICORDO LA MIA VITA SCOLASTICA IN SCUOLE TENUTE DA MONACHE: MIA MADRE ,ITALIANA FIN NEL MIDOLLO, PLAGIATA DALLA PROPAGANDA BELLICA ....REGALO' LE FEDI D'ORO ALLA PATRIA , PUR
NON AMANDO NE L'EDUCAZIONE FASCISTA NE LA GUERRA : SI LIMITAVA SOLO A PROTESTARE QUANDO I SUOI FIGLI ERANO CHIAMATI A SFILARE IN DIVISA DA BALILLA E DA GIOVANI ITALIANE..... ALLE MANIFASTAZIONI DI REGIME.
Mia madre che mi rimproverava se non andavo a messa pur non andandoci quasi mai lei stessa.Tanti vecchi tabu' vengono inconsapevolmente trasmessi dalle generazioni
piu' anziane, così che i giovani vengano abituati ad accettare tradizioni e credenze senza fiatare,come se tutto fosse dovuto.
E TANTI DIVIETI ED OSSERVANZE SOPRAVVIVONO NEI SECOLI , ANCHE SE, POI , ALL' ATTO PRATICO NESSUNO CREDE O PRENDE SUL SERIO CERTI OBBLIGHI E CERTI DIVIETI.
IL MARTELLAMENTO DEI MEDIA IN CERCA DI ACCREDITAMENTO NEI PALAZZI DEL POTERE.... FANNO IL RESTO.
E' piu' facile parlare di soldi .. .di contratti e di precarieta' diffusa che mettere il dito o il naso in vicende che coinvolgono,per esempio,i rapporti tra stato e chiesa cattolica. Sembra quasi che sia di cattivo gusto tirare in ballo la religione, così come si manifesta in italia. Sembra una cosa riprovevole parlare delle manifestazioni oceaniche del clero in abiti lussuosi.

LE SPESE EVIDENTISSIME E DECISAMENTE INDECOROSE PER QUESTI EVENTI DI PROPAGANDA NON DICHIARATA, NON SEMBRANO INTERESSARE NESSUNO: In fondo,tanto dispendio di soldi,tanto lusso sarebbe giustificato dalla necessita' di dare lustro al culto in onore di GESU' CRISTO, e il popolo bue ( e' cosa risaputa ) ha bisogno di feste,farinae forca.
Qui in italia ci sono comunisti che vanno a messa la domenica.Ci sono politici che divorziano e si dicono cattolici... Ci sono persone che dopo essersi sposati in chiesa si risposano con un altro partner in municipio, ma continua o a battezzare figli e nipoti. Ci sono donne e maschi di tutte le eta' che non credono piu' ai riti cattolici ...ma li frequentano, anche solo per motivi mondani. Come dire di no a funerali e matrimoni in chiesa benedetti da preti a pagamento? La societa' in cui siamo immersi lo richiede.
Abbiamo anche preti,anzi ex- sacerdoti , SOSPESI A DIVINIS, che intrallazzano e creano cattedrali private che spacciano per benefiche istituzioni ,mentre poi si scopre che si tratta solo di macchine per far soldi.CI SONO PERSONE CHE PAGANO LA DICHIARAZIONE DI ANNULLAMENTO DI MATRIMONIO ALLA SACRA ROTA PER RISPOSARSI IN CHIESA...E ALTRI CHE SI FANNO DARE ONORIFICENZE DAL VATICANO PUR ESSENDO COMUNISTI E DIVORZIATI ... E POI CI SONO I TANTI PRETI CHE PECCANO RIPETUTAMENTE : ALCUNI POI , NON SOLO PECCANO , MA,SPESSO ,COMMETTONO CRIMINI VERGOGNOSI : MA QUESTI LORO CRIMINI VENGONO COPERTI OMERTOSAMENTE PER ANNI E ANNI DA COLORO CHE DOVREBBERO, PER LA LORO POSIZIONE PRECIPUA , PREDICARE e èRATICARE UNICAMENTE... VERITA' E GIUSTIZIA.

Fortunatamente,ogni tanto, qui e lì, appaiono rare figure di preti,che invece hanno il coraggio di vivere apertamente il loro dissenso dai comportamenti del clero , ma sono poche rarissime mosche bianche che magari fumano il sigaro e spesso ... dicono pane al pane e vino al vino .
SONO MERCE RARA,POICHE' LORO ASPIRANO ANCORA AD UNA CHIESA POVERA TRA I POVERI ... AD UNA CHIESA SENZA ORPELLI .....CHE SIA PRONTA A PAGARE L'ICI ALLO STATO ITALIANO E,PERFINO , A VESTIRSI DI RUVIDA TELA...

GLI ITALIANI , IN QUESTO MAGMA DENSO E VISCHIOSO, RESTANO INVISCHIATI E VANNO AVANTI ALLA CIECA ,VITTIME DELLE LORO INDECISIONI E DEGLI IMPRINTINGS CHE LI ACCOMPAGNANO SIN DALLA LORO PIU' TENERA ETA'.
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venerdì 30 dicembre 2011

pasqua epifania ..anche monti porta via!!!!

DAL FATTO QUOTIDIANO


Dai 7mila calendari alle cene da 800 euro
La lista completa delle spese del Catasto

Non si tratta solo di un problema di uova di struzzo.
Ieri il Presidente del consiglio Mario Monti ha ironizzato sulla domanda del nostro Stefano Feltri ma ha promesso anche di esaminare con attenzione -“nella fase uno e mezzo” – il plico di ricevute che Il Fatto ha preparato per lui.
Non avendo avuto modo di consegnarlo agli sherpa del premier nella concitazione della conferenza, abbiamo pensato di metterlo on line così Monti potrà farsi un’idea di come si applica il comandamento della sobrietà nell’Agenzia del Territorio che dipende direttamente dal suo ministero, quello dell’Economia.

Ovviamente, per permettere non solo al presidente Monti ma a tutti i lettori di farsi un’idea, abbiamo pensato di pubblicare sul fattoquotidiano.it tutte le note spese in nostro possesso. Sono centinaia di pagine, d’altronde, complessivamente, le spese di rappresentanza e di comunicazione istituzionale (in passato ferme sotto i 100mila euro) nell’anno 2011 supereranno il milione di euro. In alcuni casi si tratta di piccoli importi (quasi offensivi) vista l’autorità a cui sono rivolte le attenzioni.
Per esempio c’è una nota spese di 50 euro per un piccolo omaggio al Capo dello Stato (“regalo istituzionale in occasione del decennale delle agenzie fiscali”, scontrino 21 marzo 2011) che appare quasi irriguardoso visti gli importi dei pranzi alla Bottega di Montecitorio o da Filippo La Mantia della direttrice dell’Agenzia. In altri casi invece le note spese difficilmente si giustificano in un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti.
La legge del 2001 che ha imposto lo spoil system impone a Mario Monti di confermare i direttori delle agenzie fiscali entro 90 giorni.
Proprio all’Agenzia diretta da Miss Alemanno, ribattezzata miss Alé-magno dopo la pubblicazione dell’articolo del Fatto sui suoi pranzi, il premier ha affidato la delicata missione di revisionare le rendite sulle quali tutti gli italiani pagano le tasse immobiliari. Prima di fare la sua scelta sarà bene che il presidente del consiglio verifichi bene come l’Agenzia sta usando la sua autonomia di spesa.


Nelle centinaia di pagine ci sono decine di ricevute per pranzi nei migliori ristoranti di Roma. Quelle richieste dall’area comunicazione riportano quasi sempre i nomi dei commensali.
Spesso sono giornalisti invitati a pranzo dall’ufficio stampa dell’Agenzia e che magari non sapevano nemmeno di essere ospiti dello Stato.
Invece nelle sue note spese il direttore dell’Agenzia del Territorio spesso non spiega con chi ha mangiato e soprattutto perché ha pagato con i nostri soldi.

Il direttore della comunicazione, che ha firmato molte ricevute, attestandone quindi la finalità pubblica, è un subordinato della direttrice si chiama Mario Occhi. Contattato dal Fatto Quotidiano, spiega così la sua firma a favore della Alemanno: “Il direttore mi comunica le spese e i commensali e io sottoscrivo le note perché vi ravviso le esigenze istituzionali”.

Non è chiaro se Occhi ogni volta si faccia dire da Miss Alemanno il nome del commensale, senza riportarlo nella nota su richiesta del suo capo.
Una cosa però è certa: se è comprensibile che i giornalisti investigativi o gli agenti segreti non indichino i commensali nelle loro note spese, non si comprende tanto mistero per Gabriella Alemanno che dirige non la Cia o Report ma il Catasto, che dovrebbe essere il tempio della trasparenza.
Inoltre lasciano perplessi le sponsorizzazioni di notevole importo ai convegni ai quali Gabriella Alemanno parla nella veste di oratrice. Le spese per Cortinaincontra (42mila euro) o per il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione (51mila euro) sono utili all’Agenzia o al suo direttore? Nelle due manifestazioni Gabriella Alemanno, come era previsto nell’accordo della sponsorizzazione, ha potuto parlare dal palco. A Cortina l’Agenzia del Territorio ha pagato la cena persino ad operatori privati dell’Ance e di Scenari immobiliari e pure a un sindaco che per puro caso è anche il fratello del direttore, Gianni Alemanno.
Se Gabriella Alemanno non avesse pagato con i soldi pubblici 42mila euro alla manifestazione di Enrico Cisnetto, sarebbe mai stata intervistata da Vittorio Feltri davanti alle signore ingioiellate?
Se non avesse pagato di tasca sua la cena da 800 euro al fratello e agli imprenditori privati del settore, sarebbe stata trattata da tutti come una regina del mattone? Se non avesse speso altri 50mila euro per finanziare il meeting di Rimini le avrebbero dato tanto spazio?
Se non pagasse 22mila e 800 euro alla Adn Kronos Comunicazione per “supporto informativo multimediale” l’agenzia di stampa di Pippo Marra la tratterebbe così bene?
Poi ci sono le spese spicciole. Sorvoliamo sulla destinazione del Blackberry da 589 euro, sull’Iphone 4 da 32 gb pagato 800 euro, comprensivo di “bumper”, o sull’abbonamento Sky, intestato a una persona fisica (Cristiana Pattumelli, responsabile direzione pianificazione e controllo) anche se usato nei locali dell’Agenzia, ma era davvero necessario spendere 21mila e 630 euro per 7mila, ripetiamo 7mila calendari da parete e 11mila, ripetiamo 11 mila calendari da tavolo?

Anche le fatture dei gioiellieri non ispirano sobrietà. Alla gioielleria Peroso di via Sistina a Roma sono state comprate le celeberrime uova di struzzo con incisa sopra una mappa catastale (orrore) che secondo l’Agenzia del Territorio sarebbero finite ad autorità straniere.
Ma al Fatto risulta che una sia andata a un generale della Finanza. Che senso ha? E poi da Peroso sono state comprate altre cose superflue: “5 gemelli in argento e 2 bracciali in pietre dure” per 444 euro il 20 luglio del 2011, come da nota spese sottoscritta dal responsabile comunicazione dell’Agenzia Mario Occhi e poi “una scatola portaorologi in legno pregiato, 10 cornici in metallo, 5 collane in pietre dure” più un “uovo personalizzato” sul tipo delle 30 “uova di struzzo decorate e personalizzate secondo vs indicazioni” che erano state acquistate il 30 novembre 2010 per 3240 euro come da fattura ormai celebre grazie alla conferenza stampa di fine anno.
Non basta. Sempre da Peroso un ignoto funzionario dell’Agenzia compra il 20 aprile del 2010 una “sciarpa in seta con perle”, evidentemente false, visto il prezzo, e “due scatole in radica con targhette personalizzate con vostri loghi” prezzo totale 876 euro. E poi ancora altri “1226 euro per i vassoi personalizzati con il logo”. Davvero è così importante questo logo dell’Agenzia da giustificare queste spese?
Poi ci sono le spese per i servizi resi dalla “Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia” di Roma.
Per esempio il 7 luglio l’Agenzia paga al Centro Sperimentale 29mila e 250 euro e il 17 febbraio del 2011 altri 21mila e 470 euro. C’è la fattura da 20 mila euro per la società Comtact che ha fornito “servizi e forniture” per un workshop tenutosi a Roma il 4 maggio scorso. E poi ci sono i 48mila per la mostra sul 150esimo dell’Unità d’Italia e altri 24mila euro per la mostra “Un tesoro ritrovato” a Palazzo Litta a Milano il 18 luglio 2010. Soldi destinati all’immancabile società Comunicare organizzando che – dicono all’Agenzia – sarebbero stati rimborsati dagli sponsor.

Ci sono poi molte migliaia di euro pagati per rinfreschi, aperitivi rinforzati, come quello fatturato dall’Harry’s bar (1200 euro) o quelli realizzati dalla Relais le Jardin e da Nicolai Ricevimenti.
Tutto è finalizzato ad un’attività promozionale che stona con lo stato attuale delle casse pubbliche. Come gli 8mila euro spesi per le chiavette usb a forma di bracciale con il logo o le decine di migliaia di euro spese per partecipare a mostre e allestimenti vari tra Roma, Milano e Venezia.
Spese che avrebbero senso se l’agenzia vendesse servizi ai privati fatturando importi considerevoli in un regime di concorrenza. Ma che non trovano giustificazione nella sua attuale struttura e missione.
Di tutte comunque la più inspiegabile è la fattura da 1296 euro pagata alla signora Maria Bonaldo, una grossista di vetro pregiato di Mestre più nota come presidente della Federazione Tabaccai del Veneto.
Probabilmente in tale veste avrà conosciuto Gabriella Alemanno quando era vicedirettore generale dei Monopoli di Stato. Tra tanti grossisti di vetro perché l’Agenzia ha deciso di comprare proprio dal suo negozio 12 bicchieri artistici soffiati?
E soprattutto a chi sono finiti? Restiamo in attesa di risposte.

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la pagina di Sandro Ruotolo

"Domani mi licenziano.
In tutta Italia eravamo 12000 lavoratori di Eutelia, Agile, Phonemedia.... 2 anni fa ci hanno fatto il contratto a tempo indeterminato e dopo 1 mese non ci hanno più pagato lo stipendio, nel call center dove lavoravo in subappalto per conto di Pagine Gialle abbiamo fatto 6mesi di sciopero e 20 giorni di occupazione.... non è servito a niente.

Intanto le società che ci davano il lavoro come Seat Pagine Gialle, Telecom, Tim, Vodafone, Wind, Sky e i loro amministratori delegati guadagnavano 5-6 milioni di euro all'anno ma l'importante ormai è pagare poco i lavoratori per ridurli schiavi, quindi un bel giorno con la scusa della crisi si decide di far fallire tutte le società che esternalizzavano il lavoro facendole acquisire per 1 euro ad una società dal nome Omega.Di queste cose non gliene frega niente a nessuno (noi eravamo più numerosi della Fiat) fino a quando non ti capita in prima persona.

Oggi al posto mio c'è un poveraccio che guadagna circa la metà di quello che guadagnavo io e che ha perso il diritto allo sciopero, alle ferie, alla malattia, alla maternità .... tutti i diritti conquistati in 40 anni di lotte spazzati via dal vento.

Lo stato italiano invece di impedire tutto ci ha pagato la cassa integrazione per 2 anni e domani siamo tutti disoccupati..... che vergogna.
L'inps che ti dovrebbe pagare il sussidio di cassa integrazione e disoccupazione ormai non paga da 3 mesi.
A me è andata bene, non avevo soldi e mi sono messo per strada a suonare il banjo, suonare mi ha salvato e ancora sono pacifista.

Purtroppo però ho il presentimento che se questo verrà fatto su larga scala non saranno tutti pacifici.... ma chi è che ha dichiarato guerra?"

Fabrizio B.